E ORA DIVERSI

di TITTI DE SIMEIS

I genitori che rifiutano l’omosessualità dei figli sono, ancora, attualità. Ancora oggi, sì. Le stesse persone che li hanno messi al mondo, cresciuti e amati fino a che non hanno conosciuto la verità. Inconfessabile e immensa quanto la paura di dirla. Spaventosa quanto le conseguenze: sentirsi giudicati e disprezzati. Orfani di una famiglia che adesso si vergogna, si tiene lontana dalla loro vita e smette di volerli. Perchè sono diversi. Da come li avevano creduti, sognati, da come ne avevano immaginato la vita e da come si erano visti al loro fianco. Delusi, preoccupati di quello che si dirà e del tutto inadeguati a gestire un legame con un figlio che ha distrutto i loro principii. Non si è pronti ad un figlio omosessuale quando il pregiudizio rifiuta l’idea, allontanandola ogni volta che si insinua il dubbio. Un genitore, in realtà, non è mai impreparato, per quanto distratto non può tacere a se stesso sfumature inequivocabili. Così rinnega l’evidenza e si rintana nella sua quotidianità. Ma la conferma sussurrata in confidenza o in lacrime lo stordisce lo stesso. Ora non può più negarla. Di fronte a sé, gli occhi di un figlio: zitti, spaventati e traditi da quel silenzio e quello sguardo vuoto di ogni attesa. Lo stesso sguardo che aveva ricambiato dolcezza e forza, presenza e promesse incondizionate, ora è estraneo ad ogni complicità. Carico di ristrettezze morali e mentali viaggia, ormai, lontano da un passato così prossimo da sentirsi presente, lontano dal letto in cui si è cresciuti, dalle voci di casa che hanno abbracciato, dal profumo di sorprese e regali, da divani condivisi e film assonnati, da un futuro in cui crescere. Insieme. Non c’è più niente di quel tutto. Non c’è mai stato. Continuare a fingere, invece, lo avrebbe reso immortale.

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