RISSE IN DUE CENTRI DI ACCOGLIENZA, A ROSARNO E CAGLIARI . MUORE UN MIGRANTE

DI ANTONELLASODDU

 

Il problema degli immigrati sta sfuggendo di mano. Lo dimostrano due incresciosi episodi verificatisi oggi ; il primo a Rosarno e il secondo presso il centro di accoglienza di Santa Maria Chiara quartiere di Pirri/Cagliari. Nel primo caso i carabinieri intervenuti per sedare una rissa nella barracopoli che ospita migranti impegnati nella raccolta delle arance . Il militari sono intervenuti tempestivamente ma alla vista dei due carabinieri uno dei contendenti della rissa ha tirato fuori un coltello scagliandosi contro di loro costringendo uno dei due militari a sparare un colpo di pistola che ha ferito mortalmente l’immigrato. Al drammatico fatto sono seguiti  disordini. Notizie più dettagliate si avranno nelle prossime ore in quanto la ricostruzione dei fatti è ancora discordante. L’altro episodio si è verificato ieri sera presso il centro di accoglienza di Santa Maria Chiara un quartiere cagliaritano. I carabinieri sono stati allertati a seguito di una rissa scoppiata tra tre cittadini eritrei di 25, 24 e 26 anni che sono stati  arrestati dai militari dell’arma. I Carabinieri hanno iniziato le procedure di identificazione delle persone coinvolte nella rissa, cosa che ha scatenato la reazioni dei tre che li hanno aggrediti.  Entrambi gli episodi sono frutto certamente anche della crescente tensione che imperversa nei centri di accoglienza e nel caso di Rosarno comunque generato dalla condizione di schiavitù nella quale sono ridotti centinaia di immigrati che ogni anno vengono ingaggiati/sfruttati per la raccolta delle arance. Reazioni violente che certamente non sono giustificabili ma che sono un forte segnale di allarme al quale si deve prestare ascolto e massima attenzione.

SINDACI 5 STELLE, AVVISI DI GARANZIA PER PIZZAROTTI E PUDDU.

Di Antonella Soddu

Nuovi guai per Federico Pizzarotti, sindaco di Parma. E’ stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di “disastro colposo” in relazione al fascicolo di inchiesta, aperto dopo l’alluvione del 2014 a Parma, dove le piogge torrenziali causarono l’esondazione del torrente Baganza, mandando sott’acqua interi quartieri e provocando danni per oltre 100 milioni di euro. Insieme a Pizzarotti sono indagati per lo stesso reato il comandante delle polizia municipale, il direttore dell’agenzia regionale di protezione civile, l’ex responsabile del servizio di bacino e altri. L’iscrizione nel registro degli indagati – come precisano le fonti ufficiali – risale alla settimana scorsa ma di fatto, come invece accaduto per i fatti del teatro Regio, né Pizzarotti né gli altri iscritti hanno ricevuto a tutt’oggi avviso di garanzia. Nel merito occorre, però, fare una doverosa precisazione: i sindaci sono la massima autorità di protezione civile. Ed è questo uno dei motivi – contestato anche dai cittadini – per cui spesso, nella maggioranza dei casi, sono state emesse e ordinanze di chiusura scuole e uffici pubblici al minimo allarme diramato dalla protezione civile, all’insegna del detto ‘prevenire è meglio che curare’. Si ricordi la recente polemica, sorta a seguito dell’ordinanza emessa dal sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, lo scorso inverno, a seguito dei bollettini di allarme arancione diramati dalla protezione civile regionale. Scuole e uffici pubblici chiusi per 24 ore e giornata di vacanza al sole presso la spiaggia cagliaritana del Poetto. Scoppiò una polemica di portata nazionale. Fatta questa breve doverosa premessa, si attende ora la reazione dell’ormai noto direttorio alla notizia che forse per puro caso è emersa solo ora in piena campagna elettorale ballottaggi. In questo contesto è utile segnalare che un altro sindaco M5s è finito in questi giorni sotto attenzione della magistratura, questa volta cagliaritana. Si tratta di Mario Puddu, sindaco di Assemini e pupillo di Grillo. Per la sua elezione si spese, arrivando personalmente in Sardegna. Puddu ha ricevuto l’avviso di garanzia per abuso d’ufficio a seguito della denuncia presentata da una dirigente del comune che lo ha accusato di mobbing. “Io sono tranquillo”, ha fatto sapere Puddu. Ovviamente un avviso di garanzia non significa – lo ribadiamo – una condanna. E’ atto a garanzia dell’indagato, sul quale occorrerebbe da parte di tutti un doveroso silenzio, necessario al pieno e corretto svolgimento delle indagini. La vicenda che vede coinvolto Pizzarotti – per la seconda volta – sicuramente farà nuovamente discutere anche per le differenze che i vertici del movimento fanno nel giudicare un atto di a garanzia. Gridare “onestà” rivolti ad altri esponenti di altri partiti e fare differenze di trattamento anche tra gli stessi pentastellati non è certo utile,  nemmeno alla loro immagine. I fatti che hanno determinato l’ultimo avviso di garanzia rientrano nel più ampio raggio di quelle responsabilità oggettive che spesso sono attribuite ai sindaci di tutta Italia – come già accennato – e che spesso costringono i primi cittadini a emettere ordinanze a mero scopo di tutela. Si pensi che nel 2014 in Emilia Romagna la regione diramò 114 bollettini di allarme da minima a allerta massima. Occorre rivedere il sistema in generale, anche e a tutela dei sindaci che poi si ritrovano ad esser indagati e raggiunti da avvisi di garanzia.

LA BORSA CHE PER TANTI MESI MI HA ACCOMPAGNATA A SCUOLA

Di  Antonella Soddu

Sto riponendo dentro l’armadio la borsa che per tutti questi mesi, da settembre scorso a oggi, mi ha accompagnata per tante sere a scuola. L’ osservo e quasi sento che riponendola dentro una scatola, chiusa, orfana dei libri che ha custodita, di farle un torto. La sfioro con delicatezza, la borsa. Un po’ scusandomi per le volte che l’ ho riposta di mala grazia per questo o per quell’altro motivo. Me la son presa con lei quando ho preso un tre in matematica. Un po’ come quando si strattona qualcuno che magari ha avuto il solo torto di passare la nel momento sbagliato. Mi trattengo ancora qualche minuto. Chiudo gli occhi e ripenso alla mattina del 9 settembre 2015. Ho lavato di buon ora la borsa. Ho usato un detersivo profumato. Ho contato le ore, sembravano non passare mai, e la borsa stesa al filo non asciugava. La borsa. Ma voi che sapete cos’è una borsa per una donna, vi siete chiesti cos’è la borsa di scuola? in realtà l’avevo dimenticato pure io. L’ultima volta che ne avevo usata una, avevo 16 anni e a quell’età la borsa non sai cosa sia. Ci metti i libri, la mattina presto, quando ancora il cuscino ti accarezza il collo e chiede ancora cinque minuti del tuo tempo. Mentre fuori dalla porta la voce squillante di mamma, ti urla contro – “sono le 6.30 svegliati che perdi il treno”. La borsa, la porti a scuola ma quasi non sai d’averla. Alla panchina della stazione, le borse stanno sotto. Al massimo le usi per sedertici sopra. A 16 anni la borsa è molto leggera. Come l’adolescenza. A 44 anni ha il peso del tempo andato senza che tu l’abbia portata e accompagnata con la dovuta osservanza. Sei già sveglia, anche tu dalle 6.30, hai preparato colazione, hai fatto la spesa, preparato il pranzo, e tra la pentola del sugo, la telefonata dell’amica, il caffè della vicina, il divano con i panni da stirare, la cena da preparare per la sera, si son fatte le 18.30 e devi andare a scuola. Si invertono le parti, e fuori dalla porta, magari, è tua figlia che ti urla – “mamma, sono le 18.30, devi andare a scuola oggi?” Allora, guardi la borsa. La borsa, a 44 anni, ha il biglietto del viaggio nel tempo in avanti. Ci guardi dentro e scopri che oltre ai libri c’è lo spazio della convivenza con mondi diversi. Il mondo di quei ragazzi giovani compagni di scuola che avevano anche loro una borsa come la tua. Ma a 44 anni, la borsa ha diverso il peso del tempo di una vita aperta. La borsa. L’hai messa sul banco blu di scuola. Perché oggi i banchi di scuola sono blu. Dicono che fa sensazione di tranquillità. Mi piace il blu. Mi ricorda l’amore. Quello forte. Ieri erano verdi. Avevano ancora il calamaio. Li ricordo. Sotto, il poggia libri. Dalla borsa tiravi fuori i libri; li riponevi sul poggia libri, affianco ci finiva il panino che mangiavi di nascosto. Attento ad ogni morso che il maestro non ti vedesse. Perché poi, erano dolori. Il mondo della scuola è cambiato. La borsa, però, mi ha detto che non cambia l’essenza; la cultura, la conoscenza, la crescita umana, l’ occhio che scruta attento il tempo. La borsa è lì. Il tempo delle vacanze è arrivato. Il ponte è stato costruito, il camino per portalo alla sponda più lontana si può affrontare. La borsa non voglio riporla vuota; ci metto dentro un quaderno e una matita. Il silenzio scandito dal suono dell’ultima campanella che avvisa la fine delle lezioni. Solo la borsa prosegue la lezione.

 

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ISTAT. TORNA A CRESCERE LA DISOCCUPAZIONE GRAZIE ALL’AUMENTO DELLA FORZA LAVORO

di  Antonella Soddu

istat

Secondo gli ultimi dati diramati dall’ ISTAT, nel mese di aprile 2016 la disoccupazione è tornata salire. 11, 7% rispetto il calo a 11,4 % registrato a marzo dello stesso anno. Paradossalmente – secondo l’ Istat – la crescita è dovuta all’aumento della forza lavoro. In un anno sono stati registrati 93 mila disoccupati in meno e 215 mila nuovi posti di lavoro. Insomma, l’euforia degli indici è dovuta al calo degli “inattivi” – cioè coloro che non lavorano e non cercano lavoro. Sempre in tal senso, emerge che il 50% di questi si è prodigato nella ricerca di un lavoro e lo ha pure trovato. I dati rivelano che nel mese di aprile 2016 i nuovi occupati sono stati 51 mila e i disoccupati 50 mila. Gli inattivi sono scesi a 113 mila. Il dato, paragonato allo scorso anno, rivela che negli ultimi 12 mesi gli occupati sono 215 mila in più, i disoccupati 93 mila in meno e gli inattivi sono scesi di 292 mila unità. Questo dopo la frenata registrata nell’ultimo anno dovuta sopratutto al taglio degli incentivi alle assunzioni. Occorre stabilire se questi dati siano al netto dei lavoratori con voucher – sui quali pare esserci in arrivo una stretta sui controlli da parte del Governo – oppure per aver percezione chiara della concretezza dovremo attendere di vedere le proiezioni 2016 totale che l’Istat ci farà avere a fine anno o comunque nel 2017.