STORIE DI NON SOLO ROCK-UN AMICO VIRTUALE? PERCHE’NO?

DI CARLO MASETTI

Francesco Taverriti è un mio amico. L’ho conosciuto attraverso FaceBook perché, ad un certo punto, ho scoperto che, tra le altre cose, condividevamo la passione per la musica rock (Francesco è anche un ottimo fotografo: pubblica scatti bellissimi e conclude inevitabilmente il suo reportage con un “Tutto qui!”). Un bel giorno abbiamo deciso di andare a vedere insieme un concerto: i mitici Jethro Tull, con il folletto flautista Jan Anderson, venivano a Milano a suonare al Teatro degli Arcimboldi. Non potevamo passare la mano. Abbiamo comperato i biglietti e ci siamo dati appuntamento fuori dal teatro. Un panino, una birra (in un locale lì di fronte) e poi… abbiamo assistito allo show raccontandoci le storie di una vita.

Conclusione: gli amici virtuali, quelli affini, possono tramutarsi in amici fisicamente reali ed è un bel vivere (i social sono dei mezzi, le finalità sono altre, come appunto l’amicizia).

Da allora periodicamente ci sentiamo, ci incontriamo quando in città ci sono eventi musicali di un certo rilievo. Sempre gli Arcimboldi, sempre prima il locale dei panini e birra, sempre, più o meno, lo stesso settore di posti in sala.

Così quando Francesco, un paio di mesi fa, mi ha proposto di andare a vedere uno spettacolo live dei BLUE BROTHERS (Approved?) ci siamo andati, e stavolta abbiamo portato anche le nostre Signore, Valeria e Anto.

Prima di andare allo show, che mi incuriosiva non poco, mi sono documentato. Ho scoperto trattarsi di un vero e proprio concerto sulla falsariga del famosissimo cult movie del 1980, ma forse ancor più di un’occasione per riascoltare la colonna sonora di una vita, una scaletta di canzoni che hanno fatto la storia del rock (talmente bella quella colonna sonora che, dopo averla imparata a memoria, ho scelto di descriverla, brano per brano, nell’altrettanto formidabile (?!) libro “Sport on the Rocks” scritto con il mio socio Vittorio Pentimalli. Parlo di Everybody needs somebody to love, Gimme some lovin’, Rawhide, I can’t turn you loose, Shake a tail feather, Think, Respect, Sweet home Chicago, Jailhouse rock…

Ho appreso anche che gli autori dello spettacolo hanno ricevuto l’approvazione da parte di Dan Aykroyd e di Juliet la moglie del defunto John Beluschi (cioè praticamente dagli originali Elwood e Jake) perché questo spettacolo pazzesco potesse fare il giro del mondo.

Ma non solo: gli autori dello show hanno deciso di inserire anche diverse altre canzoni del catalogo dei due anarchici fratelli, affini per genere alla colonna sonora, quali Hey bartender, Stand by your man, Rubber biscuit, Shot gun blues, Flip flop and fly, Riot in cell block #9, Do you love me?, Soul man, Living in America…

Che vi devo dire, il rock-blues è il genere musicale che preferisco da sempre, quello che ogni volta, inevitabilmente, mi fa sentire “good vibrations” dalla testa ai piedi!

Con Francesco abbiamo fatto un’ottima scelta, perché lo spettacolo (naturalmente sold-out) è stato irresistibile, tanto che il compassato pubblico milanese (molti giovani con le proprie fidanzate, ma direi ancor di più maturi Signori e relative Signore!) ha resistito fino a circa metà del secondo atto (era ora!), poi non ce l’ha fatta più: si è alzato dalle poltrone ed ha cominciato a ballare come non succedeva da quando avevamo tutti 16 anni!

Oltre ai due Fratelli Blues (davvero molto somiglianti agli originali Elwood e Jake), bravissime le tre coriste (ognuna delle quali ha avuto un suo momento di gloria durante il concerto) e tutti i musicisti (chitarra, basso, tastiere, batteria, sax e tromba).

Conclusione finale: spettacolo da non perdere, se capita nella vostra città vi consiglio di cominciare a prenotare i biglietti!

Buona Domenica a tutti!

PS1: ultimamente Anto ha sentenziato che continuerà a venire con me a concerti rock solo a due condizioni: 1. Che non la trascinerò più in mezzo alla folla, con quattro ore di anticipo rispetto all’inizio (come ai bei tempi) e 2. Che le assicuri che anche lei conosca almeno la metà delle canzoni previste in scaletta.

Questa volta non ho avuto dubbi: sapevo per certo che, un quarto d’ora prima dello spettacolo sarebbe stata seduta in poltrona (fino ad un certo momento, come ho spiegato sopra) e che le canzoni le conosceva tutte, ma proprio TUTTE, così come mi ha assicurato Francesco per Valeria.

PS2: a proposito del titolo di questo racconto legato all’amicizia (virtuale e non), i Blues Brothers Approved hanno fatto anche una cover eccellente nientemeno che del brano dei Beatles “With a little help from my friends”: l’ha cantato Jake esattamente (anche nelle mosse e nella presenza scenica) come lo interpretava il magico Joe Cocker (con quella versione che è rimasta immortale).

PS3: last but not least, come potete vedere dalla foto che allego, anche Trenitalia ha finito per riconoscere sulle nuove motrici ibride ad alta velocità che il “BLUES” (da me scritto tutto maiuscolo) è il genere musicale ancora oggi insuperato! Un segno dei tempi (le motrici ibride) o forse della migliore tradizione (il genere musicale prescelto)?

PS4: Mi sento che questa storia domenicale non finisce qui: ho tanto l’impressione che Francesco abbia voglia di dire la sua e aggiungere qualcosa. Se così sarà, andate sulla sua bacheca di Facebook. Ciao!

Il mio racconto è dedicato a Francesco Taverriti e alla sua gentile Signora Valeria.

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