MUSICA IN SCENA-A BAND IS A BAND, RIGHT?

DI CARLO MASETTI

Come si fa a mettere in piedi un gruppo musicale? Bella domanda. Se ci fosse una risposta univoca, avremmo 4 miliardi di band (cioè la metà della popolazione mondiale, perché servono almeno due artisti altrimenti parliamo di un solista!). I Beatles sono nati quando si sono conosciuti John Lennon e Paul McCartney, gli Stones con Mick Jagger e Keith Richards, i CSN&Y quando finalmente hanno deciso di collaborare i quattro Moschettieri della West Coast…

Ma visto che in questo blog stiamo parlando di film e di colonne sonore, allora dobbiamo trovare la pellicola giusta per questa occasione. E in effetti ecco quella che mi sembra la più adatta: THE COMMITMENTS.

Film del 1991, regista Alan Parker, sceneggiatore Roddy Doyle che è anche l’autore dell’omonimo libro.

Siamo nell’Irlanda della metà degli anni ’80, per la precisione a Dublino: nei quartieri proletari della capitale non c’è lavoro, non ci sono tante possibilità per i giovani. Si vive per le strade di quartiere o meglio nei pub, quasi sempre davanti a una “pint of Guinness”, una tira l’altra. La musica irlandese però è da sempre una via d’uscita accattivante, un modo per affermarsi e uscire dal vicolo cieco.

La tradizione irlandese in questo senso è nota in tutto il pianeta: ci sono gruppi che ce l’hanno fatta, non sono secondi a nessuno al mondo: Chieftains, Clannad, Pogues, Houthouse Flowers, a finire con… Cranberries e soprattutto U2.

Il protagonista del film, Jimmy Rabbitte, decide quindi che la sua vita sarà dedicata a diventare il manager di un gruppo di successo. Ha in mente un solo criterio guida: la band dovrà suonare esclusivamente musica SOUL (perché il suo idolo da sempre è Wilson Pickett).

Ma c’è anche un altro motivo (forse più sociologico) per questa sua idea e il giovane la spiega bene:

“…Do you not get it, lads? The Irish are the blacks of Europe. And Dubliners are the blacks of Ireland. And the Northside Dubliners are the blacks of Dublin. So say it once, say it loud: I’m black and I’m proud!…”

(Ragazzi, ma non capite? Gli Irlandesi sono i neri d’Europa. E i Dublinesi sono i neri d’Irlanda. E i Dublinesi della parte nord sono i neri di Dublino. Quindi ditelo una volta per tutte, urlatelo forte: sono nero e sono davvero molto orgoglioso!…)

Con un annuncio sul giornale Jimmy diffonde la notizia ed inizia a selezionare cantanti e musicisti. Si svolgono le prime prove. I prescelti, un cantante, tre coriste, due chitarristi, bassista, tastierista, batterista e una sezione fiati (sassofono e tromba, come nella migliore tradizione del genere soul), sembrano affiatarsi seduta dopo seduta. Sono pronti per il loro primo evento pubblico, alla presenza dei principali discografici e critici musicali della città. Chissà, è possibile che al momento giusto arrivi e si unisca anche l’amata star americana (che è in tour da quelle parti)?

Il concerto è fantastico, una hit dietro l’altra (da cui la strepitosa colonna sonora: Mustang Sally; Take me to the river; Chain of fouls; Dark end of the street; Try a little tenderness; In the midnight hour; Bye bye baby…), tutto sembra pronto per un meritato successo nazionale. Che succede? Succede che, come in alcune delle migliori band mondiali, iniziano i dissidi interni, i dissapori, le gelosie, le ripicche, le piccinerie pur di emergere singolarmente e non darla vinta agli altri. Succede quindi l’inevitabile […spoiler?].

Il film è molto divertente, ironico, fitto di dialoghi strafottenti, piuttosto sboccati (tanto da essere stato più volte censurato in vari paesi, soprattutto per le conversazioni delle ragazze!). Spero che non l’abbiate perso…

Buona Domenica a tutti!

PS1- IL TITOLO DEL FILM- In inglese il sostantivo “commitment” significa impegno, attaccamento, ma anche serietà. La mia interpretazione del titolo “The Commitments” è dunque “gli impegni”, aggiungerei quelli “seri” perché per comporre e suonare musica di qualità è necessaria, tanta dedizione, tanta continuità, tanta fatica …

L’articolo “The”, per stessa ammissione degli interessati, rende il gruppo musicale in formazione una vera band riconosciuta, come The Beatles, The Rolling Stones, The Who, The Doors, The Dubliners…

PS2- LA COLONNA SONORA- Siccome non si finisce mai di imparare nella vita, vi informo che la colonna sonora del film viene citata tra gli esempi di musica diegetica, (“diegetic music”), cioè: “quella musica che proviene da una fonte sonora presente e ben identificabile all’interno dell’inquadratura o della scena: una radio, una televisione, un giradischi, uno strumento musicale, un brano eseguito al momento… In questo modo, il regista ci vuole suggerire il valore assoluto che il sonoro (le canzoni della band suonate dal vivo nel caso specifico) ha nella narrazione del film…”

Per musica extradiegetica si intende invece “quella musica che funge da discorso, da commento, da amplificazione drammatica e la cui fonte non proviene dall’interno della scena ed è quindi da considerarsi come un accompagnamento esterno…”. Compris?

PS3- GLI ATTORI- I protagonisti del film sono quasi tutti veri musicisti alle prime armi. Alcuni però saranno destinati alla fama imperitura. Una serie di esempi?

Andrew Strong (il biondino sedicenne all’epoca del film) diventerà un apprezzatissimo cantante che ha collaborato a lungo con artisti internazionali quali Elton John, Prince, Lenny Kravitz, Bryan Adams, Rolling Stones…

Glen Hansard (chitarrista di strada a Dublino) sarà in seguito il protagonista del film “Once” del regista John Carney, vincendo addirittura un Oscar per la miglior canzone originale con il brano “Falling slowly”.

I Corrs (i quattro fratelli Jim, Sharon, Caroline e Andrea) diventeranno un gruppo folk/rock irlandese noto proprio a seguito dei provini del film proposto oggi, con vendite che ormai superano i dieci milioni di dischi!

L’idea di sfondare come manager musicale non è proprio male, dopo tutto!

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