LA STORIA INFINITA DEI RISTORATORI CHE NON TROVANO PERSONALE.

di Antonella Soddu




Il Reddito di cittadinanza non esiste più da un anno. Era diventato il capro espiatorio di chi – ovviamente senza generalizzare – evidentemente non ha altro da replicare all’evidenza di un settore sottopagato. Era diventato il cavallo di battaglia di quei partiti politici che aspiravano al Governo del Paese e che costruendoci su la narrazione dei giovani che preferiscono stare seduti sul divano prendendo il RdC alla fine ci sono arrivati. Eppure il problema dopo un anno e mezzo dalla fine della misura del RdC, resta. E’ una storia infinita che vede ancora imprenditori del settore turistico e della ristorazione lamentarsi per la mancanza di personale. Uno degli ultimi casi è emerso oggi sulle pagine dei maggiori quotidiani sardi. Un noto ristoratore di Solanas ( località sulla panoramica per Villasimius ) anche quest’anno è tornato a lamentarsi; “Offro vitto e alloggio pagati, stipendio da 1700 euro, ma non si trovano giovani che vogliano lavorare in ristorante. Alla fine ho dovuto assumere camerieri di una certa età. I ragazzi che si sono presentati per la prova hanno lasciato senza preavviso. Preferiscono il mare. La paga non è bassa – ha proseguito il ristoratore – propongo un contratto regolare che ci costa 1600-1700 euro da giugno a ottobre e le ferie a fine stagione”. La somma però – come ha poi dovuto precisare – comprende tutte le spese a suo carico. Lo stipendio finale è di 1300 euro. Dalle indicazioni fornite dal Signor Asuni – titolare del ristorante – si suppone che il lavoro preveda un totale di 11/12 ore di lavoro al giorno suddivise tra pranzo e cena e un pomeriggio libero. Per determinare il salario orario lordo dovremmo fare il seguente calcolo: 1300 euro / 26 giorni lavorativi (supponendo 5 giorni di lavoro alla settimana) = 50 euro al giorno / 12 ore di lavoro = 4,17 euro lordi all’ora. Quindi, il salario orario lordo orario proposto dal signor Asuni sarebbe di circa 4,17 euro. Tuttavia, potrebbero esserci eventuali aggiustamenti o detrazioni che andrebbero considerati per ottenere il salario netto effettivo, ma non si andrebbe comunque sopra i 6 euro lordi. Da analizzare, poi, la questione del riposo che il ristoratore assicura di garantire; se due giorni a settimana è chiuso a pranzo e si lavora solo al turno serale e il titolare interpreta le ore precedenti all’inizio del turno come mezza giornata di riposo più mezza giornata di riposo – assicura che lo garantisce, si il pomeriggio – ciò significa che non è compreso il riposo. Da questo ennesimo episodio della storia infinita “i giovani non vogliono più lavorare” emergono anche altri aspetti che spesso passano in sordina, ma che di fatto spiegano la ritrosia nei confronti di questo lavoro. La sua caratteristica – in questo caso – di lavoro stagionale; apre solo 6 mesi l’anno. Una caratteristica che, considerato il periodo storico che viviamo, lascia pensare ad un rifiuto d’opportunità. Lavorare sei mesi l’anno a 30 anni impedisce di fatto di ragionare seriamente sul futuro. Basti pensare alle difficoltà burocratiche e alle garanzie richieste dalle banche per ottenere un prestito. Esiste anche la possibilità di fare la stagione invernale. Certo, ma l’instabilità di questi lavori impediscono la piena realizzazione della persona umana. L’altro aspetto concerne il problema dello stipendio. Il livello di inquadramento previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL aggiornato nel 2019 e in vigore fino al 2024 ) del settore turistico – nel caso di specie – stabilisce 1.357,32 euro per il livello 6S; 1.337,74 euro per il livello 6. Ne consegue, dunque, che se si è giovani si sceglie un altro lavoro anche sull’ottica di allontanarsi dalla mentalità dell’accontentarsi che rende schiavi di un sistema che non riconosce il valore del prestatore di lavoro. Non può sfuggire, infine, la gravità dell’affermazione tra le righe esposta dal Signor Asuni; “ho dovuto assumere camerieri di una certa età”. Cosa significa che ha dovuto assumere camerieri di una certa età , forse che chi ha superato gli anta non ha diritto ad esser considerato un soggetto utile a lavorare? Fino a 29 anni sono disposti ad assumere perché ci sono gli incentivi, poi si diventa, se va bene, lo scarto da usare in casi estremi. Eppure c’è chi ci definisce occupabili dai 18 ai 59 anni.

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