GIANMARCO TAMBERI, L’ALTRA FACCIA DELLO SPORT

DI IRENE GIRONI CARNEVALE

Gianmarco Tamberi è il rovescio di Jannik Sinner, l’altra faccia dello sport in un certo senso. E all’indomani dell’impresa dello Stadio Olimpico a 2,37 dopo due salti falliti a 2,26, è un susseguirsi di commenti sul suo modo “eccessivo” di festeggiare e di stare in pista.

La tolleranza è qualità sempre più rara, a tratti introvabile e pur piacendo o meno, secondo il mio modestissimo parere, nessuno di noi può sapere cosa muove Gimbo in quelle sue esibizioni pirotecniche post gara. Anzi, mi meraviglio che qualcuno laureato all’Università del web non abbia già insinuato che dietro ci sia un problema di autismo o una patologia di qualsivoglia genere.

Il punto è che accettare la diversità, qualsiai tipo di diversità, sembra sempre più difficile e lo dimostra anche qualche plateale risultato elettorale, mentre la società, per essere tale, dovrebbe essere sempre più rispettosa e inclusiva valutando la diversità per quello che è: una ricchezza.

Cosa pensereste se fossimo vestiti tutti uguali, mangiassimo tutti solo le stesse cose, facessimo tutti lo stesso lavoro e guardassimo sempre le stesse trasmissioni?

Io sono felice che nel panorama sportivo italiano e non solo ci siano i Sinner, i Tamberi, i Simonelli, i Crippa, le Egonu e le Dosso, anche a me non piace quando si spaccano o si fanno volare le racchette su un campo di tennis, ma tutto fa parte della vita e del mondo, del rispetto di ciascuna individualità.

E a proposito di Gimbo mi piace ricordare questo momento delle Olimpiadi di Tokio 2020, disputate nel 2021, quando i due atleti preferirono un ex-aequo invece di continuare a sfidarsi su chi fosse più bravo

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